Arts Of The Working Class Logo

Il tutto che suona ed ascolta

Una conversazione con Caterina Barbieri su "La Stella Dentro", la 69ª edizione della Biennale Musica di Venezia.

  • Oct 13 2025
  • Dalia Maini
    is a writer, spoken words performer, cultural agitator, and AWC editor in chief.

Ciao Caterina, grazie per avermi incontrato nel pieno dell’organizzazione della Biennale Musica di Venezia come direttrice artistica. Da quanto tempo ci stai lavorando?

Sto lavorando alla Biennale da novembre 2024. Ho ricevuto l’invito a dirigerla ad ottobre, proprio mentre stavo per partire per un tour in Asia. I tempi erano strettissimi - già a fine dicembre dovevo consegnare una prima proposta.

Il titolo è "La Stella Dentro", che adoro come immagine ed idea. Mi sembra molto orizzontale, che valorizzi la potenzialità poetica insita in ognuno di noi. Cosa ha influenzato questa scelta?

È una bella riflessione. La stella dentro è qualcosa che tutti noi possiamo vedere - è l'essenza del potere universale della musica di avvicinarci a qualcos'altro. Come quando guardiamo le stelle, abbiamo questo desiderio di infinito che ci accomuna come umanità.

Il titolo è venuto la prima notte che sono andata a Venezia a incontrare il presidente della Biennale. Non riuscivo a dormire, il cervello era in fiamme per la gioia e la trepidazione. Mi sono alzata per vedere l'alba a San Marco e ho visto le ultime stelle sull'orizzonte al mattino. È apparsa questa immagine della musica come stella dentro. In quel periodo leggevo Clarice Lispector, che parla di questo tremolio della luce delle stelle come qualcosa che ricorda un fremere interiore, questa fiamma, questa scintilla.

Fig.1

La società contemporanea sembra oscillare tra esaustione e agitazione politica. Mi chiedo spesso quale sia la risorsa su cui dobbiamo fare affidamento per continuare a trasformarla e mi piace immaginare sia la scintilla di cui parli. La musica, con questa capacità trascendentale, può portarci in una dimensione più profonda della coscienza. 

Risuono molto con questa riflessione. Il mio modo di incanalare una dimensione politica attraverso la Biennale è dare voce a certi artisti che riflettono e amplificano loro cultura, ma a livello più intimo la musica ha una dimensione politica nel riconnettersi con questa dimensione spirituale che ci connette all'altro.

Il concerto è un momento di rito collettivo dove entriamo in connessione. La musica è un esercizio di empatia - significa tendere l'orecchio, ascoltare quello che ci circonda, entrare in connessione con ciò che non conosciamo. Mi sembra che questa dimensione spirituale sia stata persa di vista nel panorama musicale contemporaneo. 

Le edizioni passate della Biennale erano incentrate sull'idea del concerto statico - si entra, si ascolta passivamente. Ma in questa edizione, desidero portare la musica fuori da questo concetto e ridare al suono il valore di rito collettivo.

Mi sembra che tu voglia omaggiare e alterare il ritmo della città e dei suoi abitanti. Come crei una costellazione spirituale che si adatti alla città di Venezia? Come speri di sonorizzarla? 

Venezia è una città incredibile se riesci a viverla oltre la facciata del turismo - è veramente viva nel movimento dei vari elementi: cielo, acqua, luce. Ho chiesto di stare a Venezia durante questi mesi, in un appartamento alla Giudecca a venti metri dall'acqua. Poter vedere la presenza del cielo così potente, questi cieli che si riflettono con movimento perpetuo - è una città che ti apre all'esperienza dell'infinito. È un linguaggio molto simile a quello della musica, questo movimento.

L'evento di apertura sarà un corteo musicale d'acqua - una processione di barchini, quelli dei ragazzi veneziani con sound system personalizzati. Ho invitato l'artista Chuquimamani-Condori (Leone d'Argento della Biennale) a comporre per questi barchini. È interessante perché nella sua tradizione artistica, radicata nella comunità indigena Aymara, c'è questa cultura di bande di musicisti che suonano sulle barche con l'idea di invocazione dell'aurora, della prima stella.

Fig.2

Ci sarà anche la première di un nuovo lavoro di William Basinski per tre pianoforti e percussioni, con il rumore dei vaporetti integrati come bordone. Lui suonerà su questo vaporetto che si allontana - c'è questa idea di lavorare con la dimensione di caducità che Venezia evoca. Ci sarà anche un viaggio mistico musicale verso un'isola segreta. L'audience sarà trasportata su una barca senza sapere la destinazione e l'esperienza musicale sarà intimamente connessa a quella del viaggio.

Tutti coloro che ascolteranno Basinski interagire con il suono dei traghetti, potranno interagire con questi in modo diverso, attingendo a quella memoria. La musica è anche un modo per noi di entrare a far parte di un ritmo diverso del vivere. In che modo sei interessata a coreografare i corpi dell’audience?

Per me è importantissimo pensare e partire dal corpo. Il modo in cui mi sono appassionata alla musica elettronica è stato tramite l'esperienza della fisicità del suono, che apre alla connessione con la dimensione del corpo, del movimento, della danza. Per un mio concerto per esempio, Il setting ideale è quello in cui le persone possano essere in piedi, e possano esplorare una forma di fisicità attraverso la libertà del movimento.

Anche per la Biennale, ho cercato di lavorare a setting in cui possano emergere modalità di ascolto immersive e liminali. Una delle innovazioni è l'LSD Center - "La Stella Dentro Center" - uno spazio ibrido, informale dentro l'Arsenale. Sarà un luogo gravitazionale con tappeti, installazioni audiovisive, bar, dove ci saranno listening session, talk, e le persone possono entrare, uscire, sognare. L'idea è che si mescoli il pubblico con gli artisti e lo staff, senza questa idea del concerto che inizia e finisce.

Fig.3

Mi viene in mente Fred Moten: "Il concerto non inizia quando inizia, inizia quando c'è il brusìo delle persone che aspettano che il musicista salga sul palco e finisce quando finiscono i battiti delle mani."

Esatto! Per me la musica è qualcosa che continua a vivere nel tempo come un organismo vivente. Non c'è il concerto che inizia e finisce, ma si attivano parti di un organismo che continua a evolvere nel tempo e nello spazio. Questa idea di generatività, che è centrale nella musica come mito cosmogonico, ritorna sempre ed è un tema centrale del Festival.

Ci hanno insegnato a parlare ma non ad ascoltare. L'ascolto collettivo presuppone il silenzio, quando invece ci hanno insegnato che la performance sociale è la parola. In che forma si potrebbe fare un attivismo sonico?

Penso che abbiamo perso l’abitudine all’ascolto, ma l'ascolto è una forma di meditazione. La musica insegna a stare nel presente. Stare anche solo un'ora in ascolto oggi non è scontato, ma questo esercizio di presenza è essenziale perché ci restituisce alla nostra umanità, connettendosi al contempo con qualcosa che trascende la nostra individualità e ci fa sentire parte di una dimensione più ampia che ci mette in comunicazione con il divino.

Fig.4

Hai una responsabilità - stai presentando una nuova generazione a un'istituzione importante.

È una responsabilità che ho colto come un impegno. Sono una musicista e  vengo da un mondo di nicchia, in Italia questi mondi sono molto elitari e separati. Arrivare a un livello più mainstream è un'opportunità. Il team della Biennale è contento di avere un cambiamento. Sto trovando persone aperte e desiderose di cambiamento. È anche un invito per l'Italia a prestare ascolto lì dove non l’ha ancora fatto.

//




  • Image

    Cover: Caterina Barbieri. Photo: Andrea Avezzù

    Fig.1 Bendik Giske, Into the Blue Photo: Andrea Avezzú, Courtesy La Biennale di Venezia
    Fig.2 Chuquimamani-Condori, Cry of our guradian star, Photo: Andrea AvezzúCourtesy La Biennale di Venezia
    Fig.3 William Basinski, The Garden of Brokenness. Photo: Andrea Avezzú, Courtesy La Biennale di Venezia
    Fig.4 DeForrest Brown Jr, Speaker Music Photo: Andrea Avezzú, Courtesy La Biennale di Venezia

Cookies

+

To improve our website for you, please allow a cookie from Google Analytics to be set.

Basic cookies that are necessary for the correct function of the website are always set.

The cookie settings can be changed at any time on the Date Privacy page.