Arts Of The Working Class Logo

LA NORMALITÀ ERA IL PROBLEMA

  • Jul 26 2021
  • Rebiennale / R3B & Giulio Grillo
    Evoluzione della storica piattaforma collaborativa REBIENNALE / R3B è una società artigiana altamente professionale, abilitata ad intervenire all’interno di spazi espositivi in qualunque fase di allestimento o smontaggio di installazioni artistico-architettonich

Venezia, 22° Biennale di Architettura.

Prima del brindisi di rito, per l’inaugurazione e l’apertura dei padiglioni che ospitano i lavori di architetti e artisti di tutto il mondo, il pensiero inesorabilmente va a questi ultimi dieci anni. Non è una fatalità che oggi sia proprio il 25 Maggio. La data di apertura quest’anno dà un valore aggiunto alla Biennale.

Rimane infatti indelebile nel calendario e nella memoria collettiva la data del 25 Maggio 2027, quando a Roma la grande manifestazione di tutte le maestranze, riunite sotto il comune appello di «professionisti dello spettacolo», ha assediato per ore Montecitorio nel giorno della discussione alla Camera della Legge Cul.Ar. (cultura e arte).

Dopo anni intensi di mobilitazioni in tutta Italia, partite con la grande crisi degli anni ’20 alla fine della tragica pandemia del cosiddetto Coronavirus, i lavoratori in quel 25 Maggio sono riusciti a ribaltare la prospettiva.

Parliamo di una categoria multiforme, con varie specializzazioni, che fa lavori anche ad alto rischio, ma quanto mai fondamentali per il Paese.
Ce n'è voluto di tempo per far rendere conto a tutti dell’importanza dei facchini, dei rigger, dei montatori di palchi, dei tecnici delle luci e del suono, di tutte le maestranze che concorrono a far vivere mostre, eventi, concerti, esposizioni, festival. Lavoratori che di solito rimangono nell’ombra del pre e post evento.

Quel 25 maggio di pochi anni fa, dopo tanti anni di lotte e contrattazioni, si è portato con forza il reddito universale di cittadinanza alla discussione della Camera. Ottenendolo.
È così che oggi possiamo vedere all’opera lavoratori e lavoratrici a cui è stato riconosciuto il proprio valore. Oggi, grazie al reddito incondizionato, tutti possono partecipare alla costruzione di eventi per il solo piacere di farlo, mettendo la passione in un bellissimo mestiere che ha finalmente il giusto riconoscimento.

La prima pietra è stata messa con l’assalto all’INPS, dieci anni fa, quando precari, intermittenti, professionisti dello spettacolo, ma anche colf e badanti hanno preteso delle misure di tutela che non erano mai state elargite dallo Stato per queste categorie.

Sono stati mesi duri, concitati, dove si è messo in discussione l’intero sistema del welfare italiano.
Pian piano tutti quei settori che hanno sempre visto una certa divisione interna fra i lavoratori, dove l’«ognun per sé» ha sempre fatto da padrone, si interrogavano e si avvicinavano come mai prima. Una coscienza di classe si faceva strada nelle riunioni e assemblee che si susseguivano.
Scioperi generali selvaggi hanno attraversato ogni città. La produzione si è fermata svariate volte con perdite ingenti per i grandi proprietari, ma si è disvelata la p r o b l e m a t i c a del lavoro sottopagato, sfruttato. C’era una scelta importante da fare: ritornare al sistema precedente la pandemia o cambiarlo per sempre mettendo al primo posto la dignità di ogni persona e lavoratore.
La scelta è stata presa.

Nel manifesto redatto durante i mesi delle grandi mobilitazioni e scioperi si legge:
«Tutti per uno, uno per tutti. Così sia. Allora così sia, quando usciremo dalle nostre case e torneremo a vivere le nostre vite di cittadine e cittadini italiani. Uno per tutti, tutti per uno: sarà il tempo per chi ‹ha avuto› di dare e sostenere ‹chi ha perso›, di tassare chi più ha per finanziare chi non ha più niente da perdere. Non vogliamo tornare alla ‹normalità›, perché quella normalità era il problema.

La Cultura è un diritto fondamentale, che include nel momento stesso in cui esiste.

Non andrebbe in scena nessuno spettacolo senza i professionisti, così ome senza spettatori.
E allora oggi NOI siamo tutte le cittadine e i cittadini italiani, non solo chi lavora nella Cultura e nello Spettacolo, non solo chi va in scena, chi allestisce, NOI siamo tutti i lettori, gli ascoltatori, i visitatori, tutti gli spettatori senza i quali la Cultura non esisterebbe e non avrebbe ragione di essere, siamo chi chiede, vive e ha fame di Cultura!

Siamo il pubblico che va in scena per permettere alla Cultura di vivere!»
Oggi possiamo ammirare la bellezza, l’arte, la cultura che si respira intorno a tutti noi, nel giorno dell’anno che ora più che mai è atteso con gioia da ogni cittadino: il giorno dell’inaugurazione della Biennale.

Parliamo con i soci di R3B, società che si è evoluta dalla storica piattaforma Rebiennale, e che ha sempre intrecciato il piano di lavoro con interventi in progetti sociali, di solidarietà. Sono protagonisti anche quest’anno del montaggio di alcuni padiglioni della Biennale – «Grazie alle lotte di questi anni si è ridisegnato il panorama del lavoro, ci si è liberati dal giogo del ricatto, del ‹vince chi punta al ribasso›. Non ci sono più persone sfruttate grazie alle quali si può usufruire dell’arte. Con gioia e passione, godiamo della cultura nella libertà.»
Quella normalità è stata scardinata, ha fatto posto alla giustizia sociale. Non c’è inaugurazione di mostra, evento, festival o concerto che non lo ricordi.

Buona 22° Biennale di Architettura.

/

LA NORMALITÀ ERA IL PROBLEMA was published first in print issue 120, "The New Serenity"

Cookies

+

To improve our website for you, please allow a cookie from Google Analytics to be set.

Basic cookies that are necessary for the correct function of the website are always set.

The cookie settings can be changed at any time on the Date Privacy page.