La spettacolarizzazione mediatica delle immagini raffiguranti caravane di rifugiati, barcone che attraversano il Mediterraneo, corpi annegati o salvati sono parte della memoria collettiva degli ultimi trent’anni. Piuttosto che abbandonarci a sentimenti di compassione nei confronti dei migranti, di cui poco conosciamo le condizioni di vita e storie personali, o di vivere nella paura del loro ruolo nella società, è nostro dovere riflettere su come suggerisce Susan Sontag nel suo testo seminale Davanti al dolore degli altri che "i nostri privilegi si trovino sulla stessa mappa delle loro sofferenza". A partire da questa riflessione spaziale ed etica l’artista Sigrid Weise ha concepito la serie Whoer Wohin (Da dove e verso dove?) (2016-2017) presentata tra le pagine di questo numero.
Weise è una vera Berliner, la cui carriera artistica attraversa il periodo storico, quello del dopo guerra, della GDR e della caduta del muro, mappando un periodo che ha drasticamente trasformato l’immagine della capitale tedesca nella città dalle molte immaginazioni dei nostri giorni. La stampa e la pittura, la scultura e la fotografia, la scenografia e i progetti di make-up, nonché la gestione di laboratori di ceramica presso varie istituzioni berlinesi, riflettono i diversi interessi e la formazione artistica di Weise. Dal 2011 tema ricorrente del suo lavoro è la memoria e i cambiamenti della cultura del ricordo, un filone caro alla cultura tedesca e fortemente criticato in tempi recenti per via del carattere fissativo che attribuisce al racconto mnemonico della storia.
fig. 1
Nella serie Whoer Wohin Weise cerca di rispondere formalmente a domande riguardati appartenenza, ricordo, fuga, le motivazioni che spingono le persone a cambiare scenario di vita e come questo spostamento si imprime su di loro. Mappe scolastice forniscono il materiale per una serie di grandi collage in cui forme umane, donne, bambini, gruppi, emergono dall’intricata rete di geografie. Le figure, ritagliate dalla mappa del loro Paese di provenienza, vengono giustapposte su distinti confini topografici e geografici del paese di arrivo. I collage che ne risultano sembrano evocare un desiderio di ricongiunzione, in cui lo strappo identitario ed emotivo causato dall’emigrazione forzata si cicatrizza attraverso la prossimità ed il benvenuto offerto dai nuovi territori.
fig. 2
I collage in Whoer Wohin ricercano un modo di rappresentare le anime dei migranti senza ridurle a pura astrazione o in immagini pornografiche di sofferenza marcando la componente territoriale. Tuttavia le cartografie scelte non sono mai del tutto esplicitate contrariamente alle chiare rotte migratorie che percorrono la Terra, la cui direzionalità rappresenta il risultato politico ed ecologico del capitalismo razziale.
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- IMAGE CREDITS
Cover: Sigrid Weise, Collage Nr. 7 aus der Reihe Wohin? (2017). © and Courtesy of the artist.
fig. 1: Sigrid Weise, Woher, wohin 6 (2017). © and Courtesy of the artist.
fig. 2: Sigrid Weise, Collage Nr. 8 aus der Reihe Wohin? (2017). © and Courtesy of the artist.